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Alcune storie di famiglie e persone che erano a Milano nei primi mesi del dopoguerra e hanno frequentato via Unione 5 o il circolo dei soldati ebrei palestinesi di via Cantù

Arie e Renata Schek [Testimonianza del figlio Eugenio]

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Arie Schek non fu tra i fondatori del Beth Shlomo, tuttavia fu un soldato proveniente da Eretz Israel che arrivò a Milano gli ultimissimi giorni della guerra e a Milano, nel tempio di via Unione dal quale nascerà poi il Beth Shlomo, conobbe sua moglie Renata.

Arie incontrò Renata nel Tempio di via Unione, qualche giorno prima era arrivato a Milano con il convoglio militare. Renata uscita da San Vittore quello Shabbat andò in Tempio poiché seppe che la sua mamma Eugenia non era sopravvissuta ad Auschwitz.

Renata era prima sfollata a Intra sul lago Maggiore dove evitò di essere uccisa durante la strage di Meina in quanto avvisata da una giovane camicia nera che gli impedì quel giorno di andare in bici a Meina dalla sua amica Grazia Modiano, in seguito fu arrestata a Milano e messa in una cella di segregazione  perché dicesse dove erano nascoste le altre sorelle. Renata si salvò in quanto da una parte i partigiano prigionieri durante l’ora di aria le scandivano attraverso la feritoia della cella l’avvicinarsi delle truppe alleate, e dallo spioncino della porta un giovane SS gli portava di nascosto cibo e fazzoletti.

Dopo il loro matrimonio Arie e Renata andarono a vivere in Eretz Israel, ma pochi anni dopo rientrarono a Milano dove costuirono la loro famiglia e dove vivono tuttora i loro figli, nipoti e pronipoti.

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