Alcune storie di famiglie e persone che erano a Milano nei primi mesi del dopoguerra e hanno frequentato via Unione 5 o il circolo dei soldati ebrei palestinesi di via Cantù
Moshe Delburt [Testimonianza di uno dei gabbaim del Beth Shlomo]
Moshe Delburt era nato nel piccolo Shtetl di Rowno vicino al fiume Bug allora Polonia oggi Ucraina, venne mandato dal padre in una città limitrofa per una commissione, quando tornò trovò il villaggio messo a ferro e fuoco, probabilmente dalle SS Ucraine. Capì che la sua famiglia non c’era più e quindi fuggì verso est fino a che non venne catturato dai soldati sovietici che lo arruolarono e lo spedirono in guerra. Moshe si ritrovò tra gli assediati di Leningrado dove, come racconterà anni dopo aveva visto dal vivo le maledizioni di cui parla la Torà.
Dopo la guerra riuscì a procurarsi abiti civili e scappare verso Ovest fino a raggiungere la Germania occupata dagli Americani. Lì entrò in un negozio di merceria dove gli avevano detto che avrebbero potuto aiutarlo. Nel negozio non c’erano i proprietari, ma c’era nel retro la loro nipote sopravvissuta ad Aushwitz che divenne poco dopo sua moglie.
Lui e la moglie si diressero poi verso Milano dove si recarono al Centro di Raccolta di via Unione 5.
Entrambi rimasero a Milano e Moshe, un assiduo studioso di Ghemarà, frequentò il Beth Shlomo per tutta la sua vita.
Oggi sono entrambi sepolti nel Cimitero Ebraico di Milano.